Campussiani

Born to be tuscan

Viaggiamo molto, in lungo e in largo, il più lontano possibile ma alla fine non conosciamo casa nostra.

E’ maggio, io e quattro amici decidiamo quindi di passare un fine settimana in Toscana.

Scegliamo Volterra, il paese toscano per antonomasia. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arriviamo per le sei, l’ora dell’aperitivo: ci addentriamo dentro la città e il primo pensiero che ci assale è quello di un luogo ancora incontaminato; se non avessimo il nostro cellulare a indicarci la data potremmo benissimo dire di essere nel Medioevo, poi il telefono squilla e ci riporta nel 2017, ci rendiamo conto che è l’ora di un buon rosso.

Tra i vicoli stretti e le bandiere degli sbandieratori volterrani appese alle finestre raggiungiamo “L’Incontro”, locale frequentato dalla gente del posto e noi a metà del primo bicchiere ci sentiamo già a casa. Tutta la Toscana è paese.

 

 

 

 

 

 

 

Andando a riprendere la macchina restiamo abbagliati dalla potenza del sole che tramonta tra le dolci colline toscane, un sorriso mi attraversa il volto e penso che quello è lo stesso sole che adesso tramonta nel mare di casa mia, l’Elba.

Passiamo la notte a “Orgiaglia”, un agriturismo nel cuore della campagna volterrana gestito da Franco, Umberta e dalle loro tre figlie.

Arriviamo ed è buio: ci accoglie il frinire dei grilli e un cielo stellato tipico della primavera in campagna.

L’indomani mattina, dopo una colazione dal sapore di casa, di quelle con le torte preparate la sera prima e il caffè versato direttamente dalla moka per intendersi, andiamo a cavallo con Anna Maria. Con una gentilezza e pazienza tipica solo di chi fa il proprio lavoro con amore ci insegna ogni gesto: da come mettere la sella a come montare a cavallo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una volta abbandonata la paura mi rendo conto che sto vivendo una delle più belle sensazioni, quella che tutti almeno una volta dovrebbero vivere: sentirsi liberi.

Franco ha preparato per noi delle pappardelle al cinghiale e ci racconta che Orgiaglia è il frutto dei sacrifici di una famiglia che nell’82 sceglie di mollare Bergamo e la vita di città per trasferirsi in quella campagna incontaminata che ora è casa loro.

Sulla strada di casa, dopo aver conosciuto una nuova famiglia e un nuovo posto che mi sembrava già di conoscere da tutta la vita, mi rendo conto che sì, sono nata per essere toscana.

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