La tavola MADE

Indovina chi cucina la cena in Val Badia

Per sfuggire alla calura estiva lo scorso fine settimana sono andata in montagna, precisamente in Val Badia.

Come  ho già raccontato, amo moltissimo la montagna d’inverno, essendo anche un’appassionata sciatrice; ma vi  assicuro che la versione estiva è forse ancora più affascinante e coinvolgente.

Le vallate verdi risaltano in contrasto con la grigia roccia delle Dolomiti, che pure sul fare del tramonto vira alle più svariate tonalità di rosa e viola. Il cielo, gli animali, i fiori variopinti, i profumi, l’aria frizzante e pulita.. Ogni elemento di quel paesaggio ti infonde energia e voglia di fare.

Così le giornate sono trascorse tra passeggiate in paese, escursioni sui sentieri, pranzi nei rifugi in vetta e cene, la sera, per proseguire la ricerca dei migliori ristoranti del territorio.

E proprio in una di quelle sere mi sono imbattuta in una piacevolissima sorpresa.

Eravamo a Corvara, in cerca di un buon ristorante. Su google mi appare l’Hotel Ristorante Tambra, le cui specialità alla griglia sono segnalate anche dalla Guida Michelin. Prenotiamo: il tempo di un Hugo per aperitivo – un ottimo cocktail a base di prosecco e fiori di sambuco, l’alternativa altoatesina al veneto Spritz – ed è ora di cena. 

Entriamo al Tambra e veniamo accolti dal familiare volto di Marco Merciadri, ex studente di Scuola MADE.

Marco si occupa della preparazione dei primi piatti: “Sono responsabile delle prime portate”, mi spiega. 

E con amore e un po’ di nostalgia si mette a ricordare quei mesi passati alla Scuola di San Gennaro.

“Sono stati fondamentali – racconta – mi hanno preparato al meglio per affrontare la vita che faccio oggi, quella che ho sempre sognato, ma che è fatta anche di fatica. La mia giornata inizia alle 6 e 30 quando suona la sveglia, alle 7 in punto metto piede in cucina. Inizio il giro dalle celle frigorifere per controllare lo stoccaggio dei prodotti, la pulizia e l’ordine. Il tempo di organizzarsi e alle 9 sono già sopraffatto dai profumi, dagli odori delle spezie e dal calore dei fornelli. Va avanti così fino alle 15 quando finisce il servizio. Alle 17.30, dopo un intervallo di un paio d’ore, riparte la danza di ingredienti, sapori, pentole e coltelli. Fino alle 23. Può sembrare routine invece è l’esatto opposto. Il bello della cucina è la continua scoperta. Ogni giorno arricchisco il mio zainetto di cose nuove”.

E’ bello sentire un giovane soddisfatto del proprio lavoro, mi fa piacere che con impegno e dedizione abbia trovato la propria strada. Ma siamo venuti per mangiare e quindi ci lasciamo consigliare e ordiniamo: picanha e chateaubriand cotto nel forno a carbone con verdure alla griglia. 

Devo ammettere che il menù è molto vario e ogni piatto varrebbe la pena di essere assaggiato – dal risotto con mele e Negrar alla crema di radici, dalla polenta con formaggio di malga e funghi porcini fino all’immancabile strudel per dessert.

Appreziamo piatti e servizio – rapido, attento, impeccabile. Sicuramente avere conosciuto Marco quando era ancora alle prime armi e vedere oggi quanta strada ha fatto può avere influenzato il mio giudizio, ma se vi capita di stare nei paraggi questa estate vi suggerisco di provare per credere!

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Federica Nannini
Si occupa dell'Orientamento e del Career Service di Fondazione Campus. Appassionata di viaggi e di enogastronomia.